La nostra Università, fondata lo scorso 30 ottobre, trae ispirazione dalla Tradizione Cattolica da quel Depositum Fidei, imprescindibile per ogni buon cristiano, ancorato al Vangelo che è roccia perché Cristo è la Verità, la Via, la Salvezza. Essa, inoltre, è cattolica nel senso lessicale del termine greco καϑολικός, cioè aperta all’Universale come universale è il lavoro al servizio della conoscenza.
Quel Deposito della Fede che per noi non è statico ma dinamico, ecco perché il nostro motto è «ut annis consolidetur, dilatetur tempore, sublimetur aetate» (san Vincenzo da Lérins, Commonitorium, 23.9: PL 50). Il Nostro impegno, come Università, sarà in senso intergenerazionale e per favorire una società inclusiva e di incontro nella reciproca identità. Un’Università che si dedicherà alla formazione continua, su basi valoriali cattoliche, e che non si sostituisca alla formazione scolastica o universitaria, né tanto meno all’opera educativa delle altre varie strutture cattoliche, ma anzi vuole collaborare con tutte in sentito spirito ecclesiale «ut unum sint» (Gv 17,20-21).
L’Università si riconosce nei valori cristiani perpetuati dal Magistero della Chiesa Cattolica e promuove il pacifico dialogo tra le culture per il corretto sviluppo umano integrale proponendosi scopi culturali, didattici, formativi e scientifici. Essa, con percorsi di formazione permanente per tutte le età, promuoverà una società che sia più consapevole servendo l’uomo nella verità e nella carità, amando e rispettando la vita anche nelle situazioni in cui essa è più fragile e indifesa. Con l’Università intenderemo favorire la promozione culturale, in ogni forma ed attività, in un’ottica interculturale approfondendo il dialogo tra le religioni del Mediterraneo e favorendo virtuosi percorsi formativi volti a costruire la pacifica convivenza tra le religioni ed i popoli.
La nostra UNIUPC si inserisce nella grande tradizione delle istituzioni educative della Chiesa Cattolica e si fonda sulla centralità della persona richiamandosi ai precedenti storici delle università popolari che nacquero in Italia tra il 1900 e 1901 ad opera del Partito Socialista Italiano e dei sindacati. Seguendo gli esempi già attivi nel XIX secolo in Danimarca e Svezia, e sul finire dello stesso secolo in Inghilterra, la diffusione fu rapida in Italia come lo fu contemporaneamente in tutta Europa. Nacquero nelle maggiori città, nelle città di provincia, ma anche in piccoli comuni di tutta Italia, ed alla base di questp movimento vi era l’idea di diffondere l’istruzione tra il popolo per mezzo di conferenze, dibattiti, distribuzione di opuscoli e libri.
Fondamentale fu in tal senso l’apporto della rivista quindicinale L’Università Popolare, fondata da Luigi Molinari (1866-1918) a Mantova nel 1901 e poi trasferita a Milano; qui Molinari diresse fino al 1918, con pubblicazioni periodiche, l’Università Popolare Milanese. Altrettanto fondamentale fu l’apporto fornito dal linguista e indologo Francesco Lorenzo Pullè (1850-1934), che organizzò a Milano nel 1906 il I Congresso internazionale delle Opere di educazione popolare, a cui partecipò un buon numero delle circa 70 università popolari allora operanti in Italia. Nel 1908 Pullè partecipò a Parigi al II Congresso internazionale e costituì, insieme alla consorelle europee, la Confederazione Internazionale delle Università Popolari, di cui gli fu affidata la presidenza per i meriti nel frattempo acquisiti. Le vecchie università popolari ripresero vita nel dopoguerra dopo la caduta del fascismo che le aveva chiuse o inglobate.
Le università popolari sono istituti che si diffusero a partire dall’Ottocento in tutta l’Europa. I principi ispiratori di tali enti, in tutto il continente, furono quelli di fare avvicinare alla cultura tutti i ceti sociali, specialmente quelli più emarginati (donde appunto il termine popolare che spesso figura nelle denominazioni di tali enti).
Queste università hanno un costo fisso che varia da regione a regione e sono rivolte a coloro che non hanno interesse per potersi iscrivere all’Università ma cercano modi per poter riempire le loro carenze o curiosità culturali anche per l’ambito lavorativo. Quindi, a differenza delle Università di Terza età, che sono rivolte solo agli anziani, queste sono rivolte anche ai giovani. Ci sono alcuni casi dove, grazie alla collaborazione con università statali, alcuni esami o titoli delle università Popolari possano avere un’equipollenza (fonte https://uniperte.info/cosa-sono-le-universita-popolari/, consultato il 10/03/2023).